Nelle canzoni di Marco Gesualdi c’è il mondo intero. Lo stesso che si poteva trovare nella Napoli di qualche tempo fa, quella che è stata la patria effervescente di Pino Daniele, Alan Sorrenti, James Senese, e che è riuscita a dare alla musica popolare un respiro internazionale irripetibile. Le origini pugliesi di Marco si sono mescolate con questa città, dove è nato, ha vissuto e lavorato, finendo a calcare i palchi con Denovo e Avion Travel e vivendo in prima persona un’altra fase di rinascimento sonoro napoletano negli Ottanta, la cosiddetta vesuwave.

Nell’album Naples Open World, Napoli è l’orizzonte che si staglia e infonde i suoni di pezzi senza una patria definita, ma piuttosto, come si scriveva, con una particolare inclinazione ad accogliere tanti linguaggi e altrettante culture. Il risultato è un girotondo di strumenti e voci (sette brani solo suonati e cinque anche cantati) che ha finito per coinvolgere quaranta fra musicisti e voci. Fra queste, quella di Simona Boo in Je suis la Mer, il singolo apripista: racconta la storia millenaria, dell’immigrazione, vista attraverso gli occhi dolci e disillusi di una bambina. Di questo brano è stato realizzato un video, con le immagini del fotoreporter Andrea Ranalli, che ha curato anche la regia, incui si racconta il Senegal,la vita, e l’habitat, di uno dei luoghi da dove parte il flusso. Oppure, l’interpretazione di Silvia Romano nella mescola fra rock e folk di Bella figliola che prende spunto da un testo popolare anonimo del Cinquecento e poi si lascia guidare dall’ispirazione. Cit cit unisce parlata pugliese e lingua napoletana con Michela Montalto, i Vandalia e Maurizio Capone; Sapore di Fado in Violao cantata in Portoghese da Rossella Rizzaro , con Pirckipao si entra nel tropicalismo di un altro territorio, il Brasile, che come quello napoletano è stato terra di conquista, di incontro, di incroci senza fine. Altrove si ricorda -Pino Song- un Pino Daniele che, si tende purtroppo a dimenticarlo, fu pure un grande chitarrista e che Marco Gesualdi ha conosciuto personalmente. Il resto dell’album si muove fra la chitarra di Marco, omaggi al jazz (SMiles), ai luoghi vissuti, (Casammare), dove nomi di appartenenza e di classe come Ernesto Vitolo, Tony Cercola, Ciccio Merolla o Daniele Sepe partecipano con musiche colorate, dolenti, sfumate e con una qualità che le affianca irrimediabilmente a Napoli, che con le sue danze, le sue melodie e la sua poesia, diventa un po’ anche di tutti noi e che Naples Open World interpreta senza retorica e a testa alta. Oltre i su citati, hanno contribuito al sound con il loro prezioso apporto : Giosi Cingotti, Guido Russo, Roberto Giangrande, Nicola de Luca, Sacha Ricci, Nando Trapani, Carmine Brachi, Ivo Parlati, Agostino Mennella, Francesco Paolo Manna, Ousmane Samou, Diabate Sungalo, Luigi Stazio, Rocco Giovanni Mastrolia, Paolo Licastro, Robertinho Bastos, Lucio Maria Lo Gatto e i Vandalia, Nyong Ette Akamba Inyang, Brunello Canessa, Francesco De Laurentis, Piero De Asmundis, Giulio Angrisani, Domenico Di Domenico, Roberto d’Aquino, e in post-produzione Gino Evangelista, a cui è dedicato il brano “Oporto” in suo ricordo.

Rossella Rizzaro, voce – Guido Russo, contrabbasso – Nicola De Luca, batteria – Marco Gesualdi, chitarra, sint/voce